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Bimbo arrabbiato? Prima cosa: ascoltarsi

  • Giulia Bassetti
  • 9 mar 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Spesso ciò che ci fa davvero arrabbiare non è quello che ci succede, bensì quello che ci diciamo (in relazione a ciò che ci succede).

Lavorando con le mamme è capitato ad esempio che si accorgessero che loro la reazione di fronte a un comportamento oppositivo o ad uno scoppio di rabbia del proprio figlio in pubblico, in realtà non era tanto legata a quello che stava succedendo, bensì al loro dialogo interno.

"Tutti ti stanno guardando e staranno sicuramente pensando che non sei una brava mamma, che non hai saputo educare tuo figlio, vergognati! Non riesci nemmeno a farlo smettere di piangere!", si dicevano, dentro di sé. Il loro Genitore Interno Critico in quelle occasioni si scatenava, attivando una dimensione di giudizio e profonda inadeguatezza.

Di conseguenza la loro parte Bambina provava vergogna e disagio, cosa che impediva loro di mantenere la calma.

Per questo faticavano ad attivare in maniera efficace il loro Adulto, che è la parte che si occupa anche del Problem Solving, ovvero di trovare delle strategie funzionali di risoluzione dei problemi!

Trovando la maniera di essere più affettive e meno critiche nei loro stessi riguardi avrebbero potuto reagire con maggiore serenità e lucidità.

Per questo certe volte prima ancora di pensare a come risolvere il problema, può essere utile mettersi in ascolto di quello che ci si sta dicendo e, quando è opportuno, metterlo in discussione, attivando il proprio Genitore Affettivo.

Ad esempio: "Perché sto andando nel panico? Calma... Il fatto che lui stia piangendo non significa affatto che io non sia una brava mamma! E forse le persone intorno a me non mi stanno giudicando per questo..."

Prendersi cura di se stessi, in un momento di difficoltà come questo, è la prima cosa da fare per gestire la situazione. Per questo può essere utile:

1- respirare e prendersi il tempo necessario

2- ascoltare il proprio dialogo interno e le proprie emozioni

3- non forzarsi a fare cose che non sono nelle proprie corde

4- chiedere aiuto a chi è meno coinvolto

Tutto questo può servire a non lasciarsi sopraffare dall'emozione. Che è importante per più motivi:

-il bimbo, per ritrovare la calma, trae giovamento dallo "specchiarsi" in una persona calma, dalla quale sentirsi contenuto

-quando l'emozione prende il sopravvento è più difficile ragionare

Che ne pensate?

Riuscite ad essere affettivi con voi stessi in un momento di estrema tensione? Dedicate la giusta attenzione al vostro dialogo interno?

GIULIA BASSETTI

psicologa, psicoterapeuta

TOSCANA | PISTOIA

via bure vecchia nord, 115

pistoia

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