Potresti dirmi che sono brava?
"Io cerco di essere sempre perfetta per lui... ma non mi dà mai una soddisfazione! Mi dicesse una volta che sono bella!"
"Il mio capo non mi dice mai un -brava!-, sembra che non si renda conto dell'impegno che metto nel mio lavoro e che non riconosca i miei sforzi!"
Vi capita mai di vivere situazioni simili?
Oggi voglio parlarvi di bisogni relazionali, un argomento interessantissimo su cui ho riflettuto parecchio ultimamente, e di cui ho la sensazione che si parli troppo poco.
Come anticipato qui, ognuno di noi si porta dentro il bambino che è stato, e questo fanciullo, come tutti i bimbi del mondo, ha dei bisogni da soddisfare, per poter stare bene e sentirsi appagato.
Il mancato soddisfacimento di questi bisogni può essere all'origine di un certo malessere o di problemi di coppia, o lavorativi, ad esempio.
Uno di questi bisogni relazionali è quello di sentirsi valorizzati, apprezzati.
Quanto bisogno hai di sentirti dire "brava" oppure "bella", o di sentire che vali?
Un bisogno del genere che rimane a lungo insoddisfatto può creare un profondo malessere, può provocare rabbia e rancore ("ora glielo faccio vedere io, così impara!"), oppure una profonda tristezza ("evidentemente non valgo niente"), o paura di non essere all'altezza delle sfide intraprese ("meglio lasciar perdere").
Ti sei data da fare e hai fatto del tuo meglio, pensi di aver fatto un ottimo lavoro, eppure non sei soddisfatta dei riscontri ricevuti. Come mai?
Perché a volte abbiamo la sensazione che questo bisogno non venga soddisfatto?
I motivi possono essere tanti:
- Forse la tua insicurezza è tale che i "brava" non sono mai abbastanza per colmare quella voragine?
Ci sono situazioni in cui gli apprezzamenti arrivano, eppure sembra che non siano mai sufficienti per saziare quella fame, mentre basta uno sguardo storto per convincersi di aver fatto un pessimo lavoro. Evidentemente in questi casi vi è una profonda difficoltà a riconoscersi i propri meriti, complice un Genitore Critico impietoso che è sempre alla ricerca dell'errore o dell'imperfezione per confermarci che no, così non ci siamo proprio.
Perciò chiunque ti faccia i complimenti, non riuscirà mai a sovrastare quella vocina interna che invece sostiene che avresti potuto decisamente fare di più.
- Forse i complimenti arrivano ma non li fai entrare, e ti scivolano addosso per poi schiantarsi sul pavimento?
"Mi ha detto che sono brava, ma probabilmente l'ha fatto perché aveva un secondo fine... e comunque non sembrava del tutto convinto..."
Qui nello specifico si parlava di questo tema.
- Forse non ricevi apprezzamenti perché ti sei circondata di persone svalutanti, che ti confermano che non sei degna di stima?
Non sempre il criterio con cui scegliamo le compagnie (il partner, i colleghi) è un criterio "razionale", basato su alcune valutazioni pensate. Altrimenti non esisterebbero coppie in cui regna la violenza, ad esempio. Certe volte, infatti, ciò che ci spinge a rimanere è una motivazione più profonda, non ben comprensibile, che può portarci anche a fare scelte distruttive, come quella di stare con una persona che non fa altro che criticarci impietosamente.
- Forse non ricevi apprezzamenti perché ti poni in una maniera che inibisce gli altri dal farti un complimento ( ad esempio, quando qualcuno ti si avvicina appari infastidita)?
A volte abbiamo delle grosse difficoltà a chiedere ciò di cui avremmo bisogno, perché può sembrarci infantile o sciocco, e dall'esterno potremmo dare l'impressione di mostrare il contrario.
Qui ho parlato dell'importanza di chiedere ciò di cui si ha bisogno.
Ti capita ogni tanto qualcosa da simile?
C'è qualcosa che potresti fare di diverso per soddisfare il tuo bisogno di sentirsi valorizzata?
Bibliografia:
Erskine, Richard G. "Attunement and involvement: Therapeutic responses to relational needs." International Journal of Psychotherapy 3.3 (1998): 235.